Il caso del cinghiale, avvistato nei giorni scorsi tra le strade di Foggia, prima intercettato e anestetizzato in zona Candelaro e poi abbattuto, continua a far discutere. Dopo l’ondata di indignazione sui social e le prese di posizione delle associazioni animaliste, è intervenuto anche il presidente del WWF Foggia, Maurizio Marrese, con un post che invita a riportare il dibattito su basi scientifiche.
“Il cinghiale è diventato, suo malgrado, una specie pop – scrive Marrese – di lui parlano tutti, e su di lui ognuno si sente esperto. Opinioni, ricette, soluzioni improvvisate… ma la realtà è ben diversa”.
Secondo il WWF, la gestione della fauna selvatica deve attenersi a una bibliografia scientifica e a piani e protocolli nazionali già predisposti. Se questi strumenti non vengono applicati, “è normale che la specie diventi problematica per la convivenza con l’uomo”.
Marrese ricorda poi come le cause siano anche da ricercare nell’azione dell’uomo: incendi che distruggono l’habitat naturale, una gestione dei rifiuti definita “indegna e inadeguata” e l’assenza del predatore naturale, il lupo. “Se distruggiamo il loro habitat e forniamo facile cibo in città – sottolinea – i cinghiali vengono inevitabilmente attratti”.
Il presidente del WWF Foggia conclude ribadendo che biodiversità ed ecosistemi “meritano rispetto, studio e ricerca, non improvvisazione”. Un appello che arriva nel pieno di un dibattito acceso a Foggia, dove l’abbattimento dell’animale ha diviso l’opinione pubblica e riportato al centro il tema della convivenza tra uomo e fauna selvatica.
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