Da oltre tre anni, l’Arca della Pace – gruppo di pacifisti foggiani nato all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina ed all’interno del Coordinamento Capitanata per la pace – porta avanti un gesto semplice ma costante di solidarietà: un digiuno a staffetta, giorno dopo giorno, per non abituarsi all’orrore della guerra e per restare in ascolto del dolore dei popoli in conflitto.
Circa venti volontari si alternano ogni settimana, da maggio 2022, in un impegno che è diventato simbolo di vicinanza e responsabilità civile. Un gesto ancor più importante e sentito alla luce del genocidio a Gaza.
Questa settimana il digiuno assume un significato particolare: L’Arca della Pace si unisce idealmente al digiuno prolungato di Maria Pia Montemitro, giovane donna di San Severo, giunta oggi all’ottavo giorno di sciopero della fame.
Maria Pia chiede che il Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme conceda al più presto il visto per motivi familiari al marito, un giovane palestinese di 25 anni rimasto intrappolato nella Striscia di Gaza, dove ogni giorno la popolazione civile continua a vivere in condizioni disumane.
Il gesto di Maria Pia – personale, pacifico e profondamente umano – è un atto di denuncia contro l’indifferenza e la lentezza delle procedure che tengono divise famiglie già colpite dalla guerra.
Con il suo corpo e con la sua voce, Maria Pia chiede che venga rispettata una sentenza del Tribunale di Roma del 12 agosto scorso, che riconosce il suo diritto al ricongiungimento familiare.
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