La Responsabilità sociale d'impresa (R.S.I.) significa assumersi la responsabilità dell'impatto prodotto dalle proprie attività sull'ambiente circostante.
L'Unione Europea ha iniziato ad elaborare una strategia di coinvolgimento delle aziende nel progetto R.S.I. già a partire dal 1997, anno in cui venne fondato un organo di consulenza e nel luglio 2001 pubblicato il Libro Verde "Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese".
L'Italia ha assunto un ruolo di rilievo, poichè tra il luglio e il dicembre 2003 ha inserito la responsabilità sociale tra le priorità del proprio programma politico.
In occasione della "Terza Conferenza Europea sulla CSR: il ruolo delle Politiche Pubbliche nella promozione della CSR", che si è tenuta a Venezia il 14 novembre 2003, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha presentato il Progetto CSR-SC (Corporate Social Responsibility - Social Commitment).
Il Ministero del Welfare, per diffondere la R.S.I. sul territorio nazionale, ha siglato con Unioncamere un protocollo dintesa che prevede lapertura di sportelli di informazione e assistenza alla imprese presso le Camere di commercio.
Il Ministero del Welfare inoltre ha appoggiato la proposta dellUnioncamere di realizzare un'indagine in tutte le regioni italiane per fornire un quadro di sintesi sulle dimensioni e le caratteristiche assunte dal fenomeno della responsabilità sociale delle imprese.
E' nata così la ricerca dal titolo "I modelli di responsabilità sociale nelle imprese italiane".
Per ulteriori approfondimenti:
- Alla pagina web http://www.isvi.org/Rapporto%20RSI.htm, è possibile leggere il Primo Rapporto sulla Responsabilità Sociale dImpresa in Italia redatto da ISVI-Istituto per i Valori d'Impresa grazie al contributo di Banca Popolare di Milano, Ferrovie Nord e Unioncamere. Per la sezione "L'impegno sociale delle PMI italiane", ISVI si è avvalso della collaborazione di Doxa.
-www.welfare.gov.it
Il 2 marzo 2006 è stato approvato in Consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo Disciplina dell'impresa sociale, a norma della legge n. 118 del 2005, provvedimento che vede co-proponenti i ministeri della Giustizia, del Lavoro, delle Attività produttive, delle Politiche comunitarie e dell'Interno.
I soggetti che possono conseguire il titolo di impresa sociale definiti allarticolo 1 come: le organizzazioni private, ivi compresi gli enti di cui al libro V del codice civile, che esercitano in via stabile e principale unattività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi di utilità sociale, diretta a realizzare finalità di interesse generale che hanno i requisiti stabiliti dal medesimo decreto.
Larticolo 2 del provvedimento indica i settori di attività dellimpresa sociale che possono essere sinteticamente ricondotti a: assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria, educazione, istruzione e formazione (universitaria, post-universitaria ed extra-scolastica), tutela e valorizzazione dellambiente e del patrimonio culturale (ivi comopreso il turismo socialee lerogazione di servizi culturali), ricerca, servizi strumentali alle imprese sociali resi da enti composti in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano unimpresa sociale.
Inoltre possono acquisire il titolo di impresa sociale le organizzazioni che, indipendentemente dai settori di attività, esercitano attività dimpresa al fine dellinserimento lavorativo di soggetti che svantaggiati e disabili.
Si svolgerà venerdì 27 gennaio 2006, a partire dalle ore 09.30, presso l'Aula Magna della Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Foggia, la II° Giornata di Studio sulla Responsabilità Sociale d'Impresa, promossa dal Centro Studi Terzo Settore e realizzata dall'Associazione Studentesca Rinascita Universitaria, in collaborazione con l'Università degli Studi di Foggia.
La giornata di studio si concentrerà quest'anno sulle prospettive per il mondo dell'impresa, del Non Profit e degli Enti Pubblici.
Si comincerà con un'introduzione sull'Economia Civile di Luca Zarri (Università di Verona), a cui seguiranno tre sessioni di studio.
Nella prima si analizzerà la prospettiva dell'Impresa sociale, con interventi di Luigi Bobbio (II° Commissione Permanente Giustizia), Luigi Farace (Presidente della CCIAA di Bari), Giulio Ecchia (Università di Bologna) e Stefano Saglia (X° commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo).
Nella seconda sessione si argomenterà sul ruolo del Non Profit per la promozione della Responsabilità Sociale d'Impresa, con interventi di Marco Musella (Università di Napoli), Roberto Salerno (VI Commissione Permanente Finanze e Tesoro), Marco Scurria (Presidente Nazionale MODAVI) e Roberto Lavanna (Direttore del Ce.Se.Vo.Ca.).
Nell'ultima sessione ci si concentrerà sulla Rendicontazione Sociale Pubblica, con interventi di Antonio Parlato (Presidente dell'IPSEMA), Michele Mazzone (Università degli Studi di Foggia) e Paolo Cascavilla (Assesore alle Politiche Sociali del Comune di Manfredonia). Modererà Annibale Morsillo (Presidente Centro Studi Terzo Settore).
Approvato il 2 dicembre 2005 in Consiglio dei Ministri il testo del decreto legislativo attuativo della legge delega sull'impresa sociale.
"Grazie a questo decreto - sottolinea il sottosegretario Sestini - si da inizio a una vera e propria ''rivoluzione'' nell'ordinamento italiano, ossia la nascita di un nuovo soggetto giuridico, l'impresa sociale, che si differenzia dalle imprese commerciali ma anche dal settore non profit tradizionale. L'impresa sociale sara' in grado di coniugare l'attivita' economica, con tanto di iscrizione alla Camera di Commercio, con la finalita' sociale, dedicandosi senza scopo di lucro alla produzione di beni e servizi di utilita' sociale. Da questa attivita' dovra' ottenere oltre il 70% dei ricavi. Sara' inoltre riconosciuta come impresa sociale quella che assumera' per almeno il 30% persone svantaggiate o disabili".
"Il testo del decreto - annuncia Sestini - andra' ora in Conferenza Stato-Regioni e nelle commissioni parlamentari competenti per i pareri del caso. Poi tornera' in Consiglio dei Ministri per l'approvazione definitiva, prima di essere promulgato dal Presidente della Repubblica".
Il decreto e' frutto - aggiunge Sestini - di un dialogo continuo e proficuo con le parti sociali, che continuera' allargandosi anche alle Regioni e al Parlamento.
A Manfredonia cominciare da luned'14 e a seguire il 17,21,23, 25 novembre 2005, si avranno una serie di incontri con operatori del Piano sociale di zona, di banche, di aziende, di società commerciali, nei quali si discuterà di economia civile, di responsabilità sociale d'impresa, delle opportunità che ne derivano, di Piano sociale di zona, di leggi a sostegno della responsabilità sociale d'impresa, di rendicontazione pubblica.
Sono giornate di formazione volte a promuovere nel territorio la "Cultura della responsabilità di impresa". Il vecchio contratto tra imprese e società era basato sull'idea che lo sviluppo economico era la fonte del progresso sia sociale che economico, spiega Annibale Morsillo, Presidente del Centro Studi del Terzo Settore.